L’esposizione illustra i momenti più significativi dei passaggi e delle permanenze nella neutrale Svizzera dal settembre del 1943, durante la Seconda guerra mondiale e dopo l’armistizio con gli Alleati. Via via sono quindi figure come gli ebrei, sia italiani sia di nazionalità straniera, in cerca di salvezza dalla persecuzione nazifascista nel Nord Italia; come Maria José di Savoia principessa di Piemonte che parte, con i figli, il 9 settembre 1943 in macchina dal castello di Sarre per il Col du Grand-Saint-Bernard verso Montreux; come Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica Italiana, che da By dei Farinet si porta nel settembre 1943, con la consorte, in Svizzera per l’esilio, aiutato dal canonico Jean-Joconde Stévenin e da guide locali; ex prigionieri alleati (inglesi, australiani); figure di antifascisti valdostani, ivi comprese figure del clero come l’abbé Bréan e l’abbé Bougeat che, con Amédée Berthod, furono costretti all’esilio nel maggio del 1944 dopo l’arresto e la morte della loro guida Émile Chanoux; partigiani valdostani in ripiegamento che cercano e trovano il passaggio verso la neutrale Svizzera.
Alcuni partono dalla conca di By di Ollomont a 2000 metri, altri valicando la Fenêtre-Durand a circa 2800 metri, altri il Col de Barasson verso il Menouve e il Grand-Saint-Bernard, altri ancora tramite Prarayer e più in alto il Rocher de la Division che porta sul ghiacciaio di Zermatt dove scendono anche dal Breuil-Cervinia, oppure tramite la strada che mena da Étroubles al Col du Grand-Saint-Bernard (2474 m) e al suo millenario Ospizio-Hospice tenuto dai Canonici in territorio già svizzero.
Altri ancora, italiani internati in Svizzera, tornano in Italia nell’estate del 1944 per partecipare attivamente alla Resistenza, passando dai colli sopra Ollomont.
Sul territorio, è segnalato con tre pannelli illustrativi il percorso che dal villaggio di Glassier in Ollomont conduce in Svizzera nel Valais, a Bourg-Saint-Pierre o in Val de Bagnes, attraverso la Fenêtre-Durand « che chiude il vallone di By ».
« La ricchezza e la completezza dell’esposizione, divisa per temi e per protagonisti, è dovuta ai documenti e alle fotografie mostrati provenienti dalle raccolte archivistiche dell’Istituto, dagli archivi federali svizzeri e da privati; inoltre, la mostra accoglie una sezione bibliografica e documentari di ricostruzione di passaggi tra la Valle e la Svizzera. Essa è quindi visitabile sia a scopo culturale e di testimonianza storica, sia a scopo didattico-educativo ».
Preceduto da una sessione estiva dal mese di giugno a metà del mese di settembre 2005 all’Hospice du Grand-Saint-Bernard, lo spazio permanente a Valpelline è stato inaugurato, in primis, domenica 10 agosto 2008, in occasione della Rencontre des Émigrés che si svolgeva a Valpelline in quella edizione e sabato 18 aprile 2009, in sistemazione definitiva.
Alla sua inaugurazione di sabato 18 aprile 2009 presso il salone dell’Alpinismo della Biblioteca intercomunale di Valpelline, hanno partecipato il Sindaco di Valpelline, Claudio Restano; l’Assessore regionale all’Istruzione e Cultura, Laurent Viérin; il Presidente della Regione, Augusto Rollandin.
L’inaugurazione ha visto le relazioni sul tema oggetto della mostra, di Paolo Momigliano Levi, curatore per la Valle d’Aosta del Progetto Interreg La Memoria delle Alpi / La Mémoire des Alpes, e di Alexandre Bougeat, ricercatore. La mostra è stata arricchita dalla visione del filmato « La Traversée », dedicato al passaggio, nel maggio del 1944, sulla via dell’esilio dalla Valle in Valais in Svizzera degli antifascisti abbés Bréan e Bougeat, con Amédée Berthod e da un filmato che ripercorre la via dell’esilio di Luigi Einaudi.
L’esposizione era accompagnata da un breve testo policopiato e bilingue italiano-francese di sintesi redatto dal prof. Momigliano Levi attorno agli esuli valdostani in Svizzera ed alla loro attività, in funzione della liberazione della Valle d’Aosta dal nazi-fascismo e della sua riorganizzazione politica, amministrativa, economica e culturale. In particolare, il pensatore federalista e uomo d’azione e guida nella Resistenza valdostana Émile Chanoux (1906-1944) individuò nella Confederazione Elvetica il modello di federalismo europeo, nel rispetto della personalità dei popoli e per la salvaguardia della pace in Europa.
Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta / Institut d’histoire de la Résistance et de la société valdôtaine, Aosta, sotto la direzione del prof. Paolo Momigliano Levi, responsabile del Progetto Interreg
Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta / Institut d’histoire de la Résistance et de la société contemporaine en Vallée d’Aoste, Aosta, sotto la direzione del prof. Paolo Momigliano Levi, responsabile del Progetto Interreg